Blockchain
30 Aprile 2019
Humanativa

Quando e perché ha senso usare la blockchain in un progetto IT o d’impresa

La blockchain si sta rivelando sempre di più come una tecnologia disruptive, ma comprenderne il funzionamento e sopratutto il valore è ancora un compito arduo per molti CEO e CIO, così come riuscire a valutare l’impatto che avrà sulla società non è ancora un compito alla portata di tutti.

Uno dei principali motivi per cui questo accade è perché spesso c’è sovrapposizione e confusione tra quelle che sono le caratteristiche intrinseche della blockchain, e le sue proprietà, che poi sono strettamente connesse al valore che l’integrazione di tale tecnologia può portare.
I modelli che propone sono dirompenti, o disruptive, perché si basano su logiche e meccanismi diversi da quelli a cui siamo normalmente abituati. Anche la trasformazione tecnologica che negli ultimi anni moltissime aziende hanno vissuto, affrontato e a volte governato con successo, non fornisce gli strumenti necessari per l’integrazione e la comprensione della blockchain.

Il motivo è da ricercarsi nella sua origine.

La blockchain nasce con Bitcoin, per rispondere ad un esigenza semplice: creare una moneta digitale che non fornisse “single point of failure” ovvero un unico punto di fallimento, o un unico vettore di attacco. Un po come è successo con Napster e BitTorrent.
Mentre Napster, un’azienda statunitense è stata fatta chiudere, fermare la proliferazione di nodi P2P di BitTorrent è risultato impossibile.
Quindi, quando e perché ha senso usare la blockchain in un progetto IT o d’impresa?
Per rispondere è importante conoscere le tre proprietà principali della blockchain che sono:

  • Permissionless
  • Trustless
  • Censorship resistant

Si definisce “Permissionless” perché si tratta di una rete in cui nessuno ha governance sui nodi, maa ogni entità, sia un singolo che una società può aprire un nodo e partecipare alla rete in modo spontaneo e libero.
Quando invece si parla di “Trustless” ovvero senza trust, senza fiducia, si fa riferimento alla proprietà specifica che, nata con il Bitcoin, permette di a un qualsiasi utente di inviare e ricevere valore digitale da una parte all’altra del mondo senza bisogno di intermediari, ovvero senza una terza parte di fiducia che controlli e supervisioni la transazione.
Si fa inoltre riferimento alla proprietà “Censorship resistant” perché le transazioni che avvengono sulla blockchain non sono suscettibili alla censura, questo perché si tratta appunto di scambi P2P ovvero da pari a pari e quindi senza intermediari.
In questo scenario il senso è che, se due utenti intendono scambiarsi del valore, ad esempio inviarsi dei bitcoin, non esiste una terza parte che possa censurare la transazione.
Queste tre proprietà di base sono le caratteristiche che rendono questa tecnologia dirompente.
Sono i vettori che muovono il cambiamento che questa tecnologia sta portando.Gartner, parlando di blockchain, spiega che le aziende devono adeguarsi e comprendere questo nuovo modello, anche se oggi la blockchain non è ad uno stadio di maturità completa.
Quindi per concludere, se vogliamo definire un framework essenziale per valutare se un’ idea, un progetto, un prodotto o servizio, possano beneficiare dell’integrazione della blockchain, la domanda da porsi è la seguente:
una o più di queste proprietà: Permissionless, Trustless, Censorship resistant apportano valore?
La risposta a questa domanda risponde di fatto anche a quella posta ll’inizio di questo post: “quando e perché ha senso usare la blockchain in un progetto IT o d’impresa?”

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